Camminando a Firenze durante queste vacanze di Natale, passando davanti all’edicola che e’ al porcellino, ho visto esposto una pubblicazione tutta nera con delle bande tricolori. Mi sono avvicinato ed ho potuto constatare che si trattava, nientepopodimeno che del calendario 2009 del DVCE! A lato c’erano anche altre pubblicazioni dello stesso tenore, oltretutto con dei gadgets di dubbio gusto — a proposito del gusto dei gadget delle pubblicazioni in edicola si puo’ discutere ampiamente.
Parlo con la giornalaia dimostrandomi decisamente incredulo e chiedendomi in cosa stia il reato di apologia del fascismo. La giornalaia fa da avvocato del diavolo e dice che sono pubblicazioni di carattere storico: Mussolini e’ un simbolo un po’ come lo e’ Che Guevara. Secondo me non c’entra nulla, dato che il “caro” DVCE e’ stato dittatore in Italia, ci ha portato in guerra con i nazisti, ha promulgato le leggi razziali e ha lasciato l’Italia e gli italiani in uno stato di guerra civile; Che Guevara e’ certamente un simbolo di certa lotta “comunista”.
Comunque, se questo non fosse sufficiente, guardate cosa certi nostri rappresentanti in parlamento vanno proponendo: PDL N. 1360. Propongono “l’istituzione dell’«Ordine del Tricolore»” che “deve essere considerata un atto dovuto, da parte del nostro Paese, verso tutti coloro che, oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della «bontà» della loro lotta per la rinascita della Patria. [...] S’intende proponendo l’istituzione di questo Ordine [...] riconoscere, con animo oramai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d’Italia; nello smarrimento generale, anche per omissioni di responsabilità ad ogni livello istituzionale, molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e «imperiale» del ventennio, ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente.”
Vi propongo un video sui partigiani ed un recente podcast della BBC su Cuba ed in qualche modo la figura di Che Guevara.
2 comments ↓
Caro Edo, di che ti stupisci?
Siamo l’italia (con la i minuscola), paese (sempre minuscolo) dove c’è tutto (reato di apologia del fascismo) ed il contrario di tutto (calendario del dVce). Io penso che storico sia un documentario sul fascismo e sulla figura di Mussolini, i libri di De Felice e tutto ciò che parla di quel periodo con senso critico e mettendo ben in evidenza i fatti. Ma ci sono tanti (giudici? Politici? avvocati? notai?) che ogni anno si fregiano di veder scorrere i giorni accanto alla bella pelata di Benito, che vanno a Predappio a piangerlo e che a piazzale loreto proprio non ci possono stare neppure un minuto. Il mondo è pieno di coljoni ma da noi si preferisce dire che son amanti della storia.
Riguardo il Che credo che vada fatto un distinguo: per alcuni (noi italiani) è un’icona di sinistra, simbolo di libertà, magari per alcuni abitanti di paesi sudamericani è solo un autore di fatti terroristici. Ma francamente è solo un mio pensiero estemporaneo visto che non sono informato sui fatti storici che riguardano la figura del Che.
Ciao dal piccolo bel paese
Sulla figura del Che credo che nella stragrande maggioranza dei casi vada considerata una mera icona di lotta politica. Specialmente dalle nostre parti. Ma dove Ernesto è andato a lottare e combattere la questione è molto più intricata: in quei posti, nel bene o nel male, il Che ha contribuito a formare lo stato delle cose.
Per quel che riguarda Mussolini, io ero piuttosto stupito che i nostri politici ci vengano a dire che coloro che si sono schierati a “difesa del regime ferito e languente”, invece che a favore di quei movimenti che, nel bene o nel male, hanno contribuito a liberarci del regime e a creare la repubblica, fossero solamente roncoglioniti da “la temperie culturale guerriera e «imperiale» del ventennio” e che vada loro riconosciuto lo status del combattente. Sarebbe come chiedere lo stesso status per i brigatisti rossi e Aldo Moro, oppure per i soldati prussiani che hanno combattuto contro di noi nella prima guerra mondiale e così via.
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