L’eminente statista italiano di nome Silvio Berlusconi, conosciuto anche con l’appellativo de il Cavaliere (in italiano nel testo, N.d.T.), ha appena generato, nella sua mente superiore, un’idea che lo colloca definitivamente alla testa della categoria dei grandi pensatori politici. Per ovviare ai lunghi, monotoni e tediosi dibattiti e per sveltire i lavori di Camera e Senato, pretende che siano i capigruppo parlamentari ad esercitare il potere di rappresentanza, ponendo fine, nello stesso tempo, al peso morto di alcune centinaia di deputati e senatori che, nella maggior parte dei casi, non aprono bocca per tutta la durata della legislatura, salvo che per sbadigliare.
A me, devo ammetterlo, sembra giusto. I rappresentanti dei partiti maggiori, diciamo, tre o quattro, si riuniranno in un taxi diretto in un ristorante dove, attorno ad una tavola imbandita, prenderanno le decisioni appropriate. Dietro di loro si porteranno, però viaggiando in bicicletta, i rappresentanti dei partiti minori, i quali mangeranno al banco, se c’è o in bar vicino. Niente di più democratico. Durante il viaggio potrebbero cominciare a pensare di eliminare questi imponenti, arroganti e pretenziosi edifici denominati camera e senato, fonti di continue discussioni e di elevati sprechi che non giovano al popolo. Di riduzione in riduzione, suppongo che arriveremo all’agorà dei greci. Chiaro, con l’agorà, ma senza i greci. Mi diranno che non si deve prendere sul serio questo Cavaliere. Si, però il pericolo è quello di non prendere sul serio neanche coloro che lo votano.
Gia’ l’anno scorso soffersi molto il congelamento del referendum elettorale; nutrendo una fiducia pressoche’ nulla nella volonta’ dei politicanti italiani di cambiare in meglio la legge elettorale, ritengo che il referendum sia una delle poche vie per cambiare lo status quo in modo democratico.
L’anno passato, c’hanno provato con la caduta del governo a fermare il referendum, quest’anno con la questione della data. La raccolta firme per il referendum e’ avvenuta durante l’ultimo governo Prodi, e con un supporto trasversale di tutte le forze politiche. Beh, ieri ho guardato la composizione del comitato promotore del referendum e vi voglio proporre alcuni nomi di personaggi che finora hanno taciuto, o la cui voce non mi e’ giunta. Mi immagino pero’ che durante la raccolta delle firme si fossero spesi perche’ questo referendum andasse in porto.
Ho letto da qualche parte (e tra l’altro non ricordo nemmeno chi l’avrebbe detto, ma il ragionamento potrebbe essere usato) che in qualche forma i presupposti del referendum, che andrebbe a diminuire la frammentazione nelle coalizioni elette, molto importante con lo scorso parlamento, sembrerebbero non piu’ vitali visto l’attuale parlamento. In soldoni: perche’ fare il referendum se la porcata permette di governare? Detto questo ecco i nomi, sono in ordine alfabetico e mi sono fermato alla C:
5. Gianni ALEMANNO
7. Angelino ALFANO
25. Renato BRUNETTA
29. Daniele CAPEZZONE
Sono certo che andando piu’ a fondo nella lista (il numero e’ crescente nell’ordine alfabetico) se ne trovano degli altri.
Altro libro altra corsa! Questa è la volta di Helen Mc Cloy con il romanzo noir Come in uno specchio. Il libro, degli anni 50 e riedito nelle edizioni i bassotti, parla dello strano caso della giovane insegnante di disegno Faustina Crayle, perseguitata dalla presenza di un doppio, ovvero una specie di replica. Dapprima sfuggente, il doppio finisce per uccidere. Lo strano caso è risolto sapientemente dallo psicologo investigatore Basil Willing, protagonista di altri romanzi della Mc Cloy.
Interessante è ad un certo punto la discussione sul fatto che, durante la caccia alle streghe, quando nel diciassettesimo secolo delle poveracce venivano tacciate di stregoneria ed erano catturate, venivano, prima di essere arse vive interrogate e torturate. Ed in questi interrogatori non solo confessavano ma confessavano con gran dovizia di particolari. E questo, probabilmente perchè quella era l’unica vendetta loro concessa: potevano così terrorizzare i propri aguzzini.
Questo riporta in primo piano l’attendibilità di confessioni estratte con metodi coercitivi più o meno assimilabili alla tortura come a Guantanamo. A questo proposito vi consiglio di ascoltare Habeas Schmabeas, una trasmissione della Chicago Public Radio, uno dei pochissimi mezzi di informazione occidentali ad aver intervistato qualcuno delle centinaia di persone rilasciate da Guantanamo.
Eccolo qua, parla di giustizia e delle sue regole e dei commenti, generalmente dei politici, fatti rigorosamente a casaccio, in modo da sollevare quell’opinione pubblica cosi’ volubile e dalla memoria corta.
Come i più accorti di voi sapranno, il 5 gennaio scorso ho cominciato a lavorare per il Nederland Kanker Instute, ovvero l’Istituto di ricerca sul cancro olandese. L’istituto si trova ad Amsterdam e adesso faccio il pendolare e quindi ho molto tempo per leggere.
Storia di Toenle e l’anno della vittoria sono due romanzi di Mario Rigoni Stern che ho letto durante i miei spostamenti. Ambientati ai tempi della prima guerra mondiale –immediatamente prima e durante il primo, e durante e dopo il secondo– attorno ad Asiago.
Mi sono piaciuti molto, mi hanno commosso e stamattina c’è anche scappato un lacrimone. E’ molto bello e molto istruttivo ricordare come la gente prima si accontentasse del poco che aveva, mentre adesso che abbiamo di più non ci accontentiamo mai.