Parleremo della sentenza di appello del processo per l’irruzione della polizia
nella scuola Diaz, sentenza che ha messo nero su bianco l’ovvio: l’operazione
e’ stata un assurdo massacro e che a posteriori si e’ tentato di salvare
l’immagine della polizia giustificando l’ingiustificabile producendo false
prove e cosi’ via. Parleremo anche brevemente di fisica e di LHC.
Direttamente dalla sentenza di appello:
CANTERINI Vincenzo per il reato di falso in continuazione con le lesioni gravi di cui al capo H), nella misura di anni cinque di reclusione;
BASILI Fabrizio, TUCCI Ciro, LUCARONI Carlo, ZACCARIA Emiliano, CENNI Angelo, LEDOTI Fabrizio, STRANIERI Pietro, COMPAGNONE Vincenzo, per i reati di lesioni gravi di cui al capo H) nella misura di anni quattro di reclusione ciascuno;
TROIANI Pietro per i reati di falso e quelli di cui al capo P) uniti dal vincolo della continuazione in anni tre e mesi nove di reclusione;
DICHIARA
GRATTERI Francesco e LUPERI Giovanni colpevoli del reato loro ascritto al capo A), e condanna ciascuno alla pena di anni quattro di reclusione;
DICHIARA
CALDAROZZI Gilberto, MORTOLA Spartaco, DOMINICI Nando, FERRI Filippo, CICCIMARRA Fabio, DI SARRO Carlo, MAZZONI Massimo, DI NOVI Davide, CERCHI Renzo colpevoli del reato loro ascritto al capo C), e DI BERNARDINI Massimiliano colpevole del reato ascrittogli al capo 1), e condanna ciascuno alla pena di anni tre e mesi otto di reclusione;
DICHIARA
NUCERA Massimo colpevole del reato ascrittogli al capo I), e PANZIERI Maurizio colpevole del reato ascrittogli al capo M), e condanna ciascuno alla pena di anni tre e mesi otto di reclusione;
DICHIARA
GAVA Salvatore colpevole del reato di falso contestatogli, e lo condanna alla pena di anni tre e mesi otto di reclusione.
.-.-.-.-.
Visto l’art. 29 c.p.
DICHIARA
GRATTERI Francesco, LUPERI Giovanni, CALDAROZZI Gilberto, MORTOLA Spartaco, DOMINICI Nando, FERRI Filippo, CICCIMARRA Fabio, DI SARRO Carlo, MAZZONI Massimo, DI NOVI Davide, CERCHI Renzo, DI BERNARDINI Massimiliano, NUCERA Massimo, PANZIERI Maurizio, GAVA Salvatore, CANTERINI Vincenzo, BASILI Fabrizio, TUCCI Ciro, LUCARONI Carlo, ZACCARIA Emiliano, CENNI Angelo, LEDOTI Fabrizio, STRANIERI Pietro, COMPAGNONE Vincenzo e TROIANI Pietro interdetti per anni cinque dai pubblici uffici.
Condanna tutti i predetti imputati al pagamento delle spese processuali del presente grado di giudizio, e GRATTERI Francesco, LUPERI Giovanni, CALDAROZZI Gilberto, MORTOLA Spartaco, DOMINICI Nando, FERRI Filippo, CICCIMARRA Fabio, DI SARRO Carlo, MAZZONI Massimo, DI NOVI Davide, CERCHI Renzo, DI BERNARDINI Massimiliano, NUCERA Massimo, PANZIERI Maurizio, GAVA Salvatore al pagamento anche delle spese di giudizio di primo grado.
Vista la legge 241/2006 dichiara condonate nella misura di anni 3 di reclusione le pene inflitte.
Visti gli artt. 538 e segg. c.p.p.
CONDANNA
GRATTERI Francesco, LUPERI Giovanni CALDAROZZI Gilberto, MORTOLA Spartaco, DOMINICI Nando, FERRI Filippo, CICCIMARRA Fabio, DI SARRO Carlo, MAZZONI Massimo, DI NOVI Davide, CERCHI Renzo, DI BERNARDINI Massimiliano, NUCERA Massimo, PANZIERI Maurizio, GAVA Salvatore, CANTERINI Vincenzo e TROIANI Pietro in solido con il responsabile civile Ministero dell’Interno, a risarcire i danni conseguenti ai reati di falso, di calunnia, arresto illegale, e GAVA Salvatore anche per i reati di cui ai capi S), T) ed U) in favore delle parti civili che si sono costituite in relazione alle predette imputazioni, ponendo le provvisionali determinate dal primo giudice a carico solidale di tutti i predetti.
Condanna altresì GAVA Salvatore in solido con il responsabile civile Ministero dell’Interno a risarcire in danni causati all’ASSOCIAZIONE GIURISTI DEMOCRATICI di Genova, da liquidarsi in separato giudizio;
conferma le statuizioni civili della impugnata sentenza relative ai capi H) e Z1.
Puntata eccezionale sulla emergenza alluvione in Pakistan. Questa catastrofe naturale e’ stata definita dalle Nazioni Unite come la peggiore catastrofe naturale con cui abbiamo avuto a che fare negli ultimi anni, peggiore dello Tsunami o del terremoto di Haiti. Eppure questo evento ha avuto pochissima risonanza sui media europei e al momento attuale la raccolta fondi per gli aiuti fatica a prendere quota. La nostra amica Marta Bolognani ci racconta di questa alluvione e ci suggerisce alcune ONG cui donare per salvare e aiutare le persone coinvolte (si parla di milioni di persone).
EDHI foundation Donazioni tramite conto bancario: IBAN GB55-LOYD-309986-01466755, SWIFT 309986
I link alla puntata (22 min) in ogg/vorbis o mp3 oppure ascoltatelo online
Marta ha anche scritto a tutti i suoi amici questa lettera:
Dear friends,
I am writing to you as an European who has lived two years in Pakistan and is, like all of you but with a personal twist, horrified at the images that are coming from the areas devastated by the floods (and the areas not devastated by the floods but affected by the destruction of roads and bridges and cannot be reached; the areas that cannot export their fruit and vegetables anymore because of the infrastructure damage; the areas that cannot receive medicines; the areas that in the next months will be affected by the rise of the food prices because nearly three thirds of the harvest has been destroyed).
The UN have confirmed that this disaster is worse than the ‘Tsunami’, or the ‘Haiti’; still, it appears that people are not donating as much money as they have for the other emergencies.
I am appalled by the thought that we can feel more inclined towards helping one population rather than another, but at the same time I can understand a little the reluctance in sending money to a country whose President of the country himself has left the country for Paris and London during the worst days (so far) of the emergency. However, I am now wondering what makes us more likely to support billions of military expenses that include bombing of the Northern regions of Pakistan, and less likely to cooperate with a humanitarian effort.
There are groups closer to the Talibans who are now offering a hand to the people who are left with nothing (and already had next to nothing). In this terrible contingency, what better opportunity to build a bridge of piece and offer money to build bridges, roads, schools, hospitals in Pakistan?
Whatever we think of the ‘war on terror’, we must all agree that Pakistanis deserve as much as any other population, especially as they have been hit by tragedy after tragedy. It is in this historical moment that we can make a difference and change the relation that we have with Pakistan- by helping people to live their lives in peace,
because this is what all human beings want. We must not let them think that the groups close to the Talibans are the only ones willing to help them.
We know how good the work of the International Red Cross, Islamic Relief, Save the Children and many others are. By donating to these capable organizations we will make sure that money will get there and will be used with a long-term vision.
Please help. Pakistanis deserve the dignity of all the other victims of disasters, and if you want circulate this mail to encourage people to donate for the people affected by a disaster worse than anything we have seen on our screens before.
Rieccoci a voi con una cadenza che sta tendendo al semestrale con una puntata densa di argomenti. Mentre il Consolante Globale fa il suo meraviglioso ritorno, o per meglio dire ingresso, parleremo (poco) della sentenza della corte d’appello di Palermo che ha condannato il Senatore Marcello Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, in riforma della sentenza di primo grado; sentenza di cui ci stiamo occupando da qualche tempo. Parleremo anche di sfincioni, della consecutio temporum e del nesso causale.
La musica di questa puntata e’ del gruppo The Children of Lir, un gruppo di Koeln (DE) che fa musica vagamente irlandese e che ho conosciuto per affinita’ di tipo software: il missaggio del loro album e’ stato fatto con ecasound. La colonna sonora del Consolante Globale invece e’ di Stan-X.
Integrazioni:
Nella foto vediamo Mau, Edo e una loro interpretazione dello Sfincione.
L’audio della lettura della sentenza e’ disponibile presso Radio Radicale
L’intervista a Dell’Utri al tribunale di Palermo mentre il Procuratore Generale faceva la sua richiesta di 11 anni di pena e’ di Antonino Monteleone e si puo’ vedere per intero qui:
I link alla puntata (70 min) in ogg/vorbis o mp3 oppure ascoltatelo online
In questa puntata Edo ci farà ascoltare e ci spiegherà i retroscena di alcune interessanti intercettazioni telefoniche… finché si può, le pubblichiamo.
In un certo senso, le telefonate tra Marcello Dell’Utri e Giuseppe Chiofalo sono piuttosto divertenti.
Si racconterà in conclusione anche di un metodo efficace, sebbene costoso, per disinfestare i micini dalle pulci.
In questa puntata ci occuperemo di bruciante attualita’: a pochi giorni dalla deposizione di Gaspare Spatuzza all’appello del processo contro Marcello Dell’Utri e Gaetano Cina’ (deceduto) per concorso esterno in associazione mafiosa, che e’ valsa una condanna in primo grado a 9 anni al senatore, faremo un approfondimento sul processo e sulla sentenza di primo grado.
Edo infatti s’e’ letto tutte le 1771 istruttive pagine della sentenza e provera’ a dare una visione coerente e accurata di cosa sancisca la sentenza, della portata dell’ultimo interrogatorio di Spatuzza a prescindere dal polverone mediatico che e’ stato sollevato attorno all’evento. Anzi in mezzo a tutto questo polverone, avete per caso capito che venerdi’ 11 dicembre 2009 al processo sono chiamati a deporre i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano ed il loro sodale Salvatore Grigoli? No eh? Beh, vedremo cosa diranno. Seguite l’evento su Radio Radicale.
In questa puntata avremo un ospite d’eccezione che c’ha prestato la sua voce, ovvero Liartes di Sproloquiocast, che ringrazio ancora una volta. Vi consiglio di ascoltare Sproloquiocast che e’ a mio avviso uno dei piu’ interessanti e radiofonici podcast del panorama italiano.
A breve saremo chiamati a votare SI o NO alla consultazione referendaria per l’abrogazione di alcune parti della “porcata“, ovvero la legge Calderoli.
Essere dei cittadini coscienziosi e’ un lavoraccio, ma Siee Giuee Accaso lavora per voi!
Infatti in questa puntata proviamo a capire i quesiti referendari e le loro implicazioni parlando con il nostro avvocato preferito, Luana, e con un ospite eccezionale: il presidente del comitato promotore del referendum elettorale, Giovanni Guzzetta.
In questa puntata ci occupiamo della valutazione delle responsabilita’ rispetto all’irruzione nella scuola Diaz (di cui abbiamo parlato qui, qui e qui). Vi lascio inoltre delle note piuttosto lunghe e, spero, sufficientemente informative; purtoppo pero’ svelano molte delle cose di cui si parla nella puntata, quindi a voi la scelta!
La musica di sottofondo e’ un blues (in mi maggiore) suonato da Edo con la sua nuova Manne Ventura, e la canzone con cui chiudiamo e’ Io ci saro’ del nostro amico Alessandro Gherardi.
Rubriche e Segnalazioni:
Il podcast del mese: Sproloquiocast, l’ottimo podcast di Liartes.
Un fork di SieeGiueeAccaso: la lettura integrale di Edo e Silvia del Decamerone; a coloro che manderanno una email a sieegiueeaccaso @ gmail.com chiedendolo, saremo felici di inviare un bel CD con la nostra lettura integrale di tutta la prima giornata del Decamerone.
La sentenza si presenta a doppia velocita’: da una parte condanna tutti i poliziotti di cui e’ stato possibile dimostrare l’entrata nella scuola Diaz (ovvero i 13 appartenenti al VII nucleo sperimentale della I squadra mobile di Roma) , sebbene non vi sia prova che ognuno abbia materialmente compiuto le violenze sugli occupanti la scuola in base al seguente ragionamento. “Gli imputati pertanto, che, entrati nell’edificio durante il periodo in cui le violenze vennero poste in essere, ebbero la possibilità di rendersi conto di quanto stava accadendo, vanno ritenuti responsabili in concorso tra loro del reato di lesioni in danno di tutte le vittime di tali violenze, senza alcuna distinzione tra i fatti cui avevano assistito direttamente e quelli avvenuti in altre parti della scuola, dato che sia l’accordo di cui si è detto sia il loro comportamento omissivo valsero certamente a rinforzare il proposito criminoso e ad agevolare il comportamento violento di tutti coloro che operavano all’interno della Diaz.
Non appare infine superfluo osservare che quanto sin qui esposto rende di scarso rilievo accertare se le violenze siano state poste in essere esclusivamente o principalmente dagli appartenenti al VII Nucleo ovvero ad altri reparti.”
Rincarando la dose, il giudice afferma che:
“Non appare superfluo sottolineare che anche i singoli agenti non in posizione di comando avevano lo stesso obbligo di impedire la commissione di reati e comunque di denunciarli, cosicché non intervenendo in alcun modo contribuivano anch’essi, sebbene certamente in misura assai inferiore, a rafforzare il proposito criminoso degli operatori che stavano ponendo in essere le violenze.
A maggior ragione dunque coloro che con responsabilità di comando avessero assistito anche solo ad alcune delle violenze poste in essere dagli agenti, avrebbero dovuto necessariamente essere ben consapevoli che il loro comportamento omissivo non solo consentiva la prosecuzione delle violenze, ma confermando la validità dell’accordo di non denunciare gli eccessi di violenza posti in essere dai loro sottoposti, ne rafforzava la convinzione dell’impunità e di conseguenza il proposito criminoso.”
Ed inoltre:
“Non si dimentichi che l’obbligo generale di denuncia dei reati, gravante su tutti i pubblici ufficiali, non è limitato ai reati commessi da operatori sotto il loro comando.
Deve dunque ritenersi che proprio tale accordo e quindi la convinzione dell’impunità da parte degli agenti del VII Nucleo abbia determinatoe comunque certamente contribuito al diffondersi delle violenze, sia da parte loro sia da parte degli altri operatori entrati nell’edificio, i quali, per il forte rancore sino allora represso, sospinti, come già osservato, da un effetto attrattivo e da suggestione e fidando che anche le loro azioni sarebbero rimaste impunite, davanocosì libero sfogo all’istinto, superando ogni remora morale e legale.
Il fatto che gli imputati appartenenti al VII Nucleo, per di più nelle loro posizioni di comando, fossero presenti ai vari piani della scuola, mentre gli operatori sia del loro sia di altri reparti ponevano in essere le violenze, e non intervenissero per impedirle, valeva certamente a riaffermare l’esistenza e la validità del citato accordo e a rafforzare quindi in tutti tali operatori la convinzione dell’impunità ed il proposito criminoso.”
Questo ragionamento, valido per tutti i “picchiatori” non e’ pero’ stato ritenuto valido dal giudice per condannare l’alta gerarchia della polizia, presente non nella scuola ma antistante la scuola. Nessuno di coloro che erano appena fuori dalla Diaz-Pertini s’e’ accorto di nulla? Perche’ nessuno delle alte gerarchie ha denunciato le violenze? D’altronde nella scuola saranno entrati a “messa in sicurezza” effettuata. Non e’ questo un comportamento che possa convincere, addirittura a posteriori e non a priori, che i superiori non avrebbero (e non hanno) denunciato gli eccessi di violenza posti in essere dai loro sottoposti, rafforzandone la convinzione dell’impunità?
L’unico alto in grado per cui si sia ritenuto valido questo ragionamento e’ il Dr. Vincenzo Canterini, autore del primo ridicolo rapporto al prefetto:
“L’omissione da parte del dr. Canterini, nella sua prima relazione di servizio, di qualsiasi accenno a tali violenze, delle quali, come meglio si dirà in seguito, non poteva non essersi reso conto, ed il fatto che il dr. Fournier a sua volta non abbia neppure pensato di denunciare quanto lo aveva successivamente portato a dire che la situazione richiamava alla mente una “macelleria messicana???, giustificando sostanzialmente tale suo comportamento con l’impossibilità nei servizi di ordine pubblico di denunciare gli operatori che ponevano in essere violenze e con la necessità di tutelare l’onore dell’istituzione di cui fa parte, costituiscono ulteriori precise conferme della sussistenza di una sorta di accordo, tacito o anche espresso, in proposito.”
Allora esiste questo accordo per coprirsi a vicenda, pare di capire; ma ecco che per la questione delle molotov e delle prove false, che servono a pieno titolo a coprire gli operatori che ponevano in essere violenze fornendo loro una parvenza di giustificazione, il giudice afferma:
“La prima ipotesi e cioè l’esistenza di un vero e proprio complotto organizzato in precedenza anche con la creazione di prove false è già stata più sopra esaminata e respinta [...]la seconda presupporrebbe che tutti i funzionari presenti al c.d. “colloquio??? nel cortile, per di più come già si è osservatoappartenenti a diversi servizi, si fossero immediatamente accordati in proposito, con tutti i rischi che ciò poteva comportare, anche tenuto conto del numero delle persone al corrente del fatto e della difficoltà di tenere nascosta la vera provenienza delle bottiglie in questione.“
Come a dire che tra carabinieri, polizia e quant’altro questa gente non parla la stessa lingua e non si capisce; questo e’ terreno fertile per battute e barzellette sui carabinieri, se solo in tutta questa vicenda ci fosse qualcosa su cui ridere.
Segue l’elenco completo degli imputati con relativa qualifica e condanna, se presente:
Luperi Giovanni dirigente e vicedirettore Ucigos responsabile DIGOS.
Gratteri Francesco dirigente superiore e direttore Servizio Centrale Operativo
Caldarozzi Gilberto primo dirigente, vice direttore del Servizio Centrale Operativo
Mortola Spartaco primo dirigente, dirigente della Digos della Questura di Genova,
Dominici Nando primo dirigente, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Genova,
Ferri Filippo vice questore aggiunto, dirigente della Squadra Mobile della Questura di La Spezia, aggregato alla Questura di Genova,
Ciccimarra Fabio, vice questore aggiunto, in servizio presso la Squadra Mobile di Napoli, aggregato alla Questura di Genova,
Di Bernardini Massimiliano, vice questore aggiunto in servizio presso la Squadra Mobile di Roma, aggregato alla Questura di Genova;
Di Sarro Carlo, vice Questore aggiunto in servizio presso la Digos della Questura di Genova
Mazzoni Massimo, ispettore capo in servizio presso il Servizio Centrale Operativo;
Di Novi Davide, ispettore superiore della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di La Spezia, aggregato alla Questura di Genova
Cerchi Renzo, sovrintendente della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di La Spezia, aggregato alla Questura di Genova
Canterini Vincenzo comandante VII nucleo I reparto mobile di Roma 4 anni
FOURNIER Michelangelo 2 anni
BASILI Fabrizio 3 anni
TUCCI Ciro 3 anni
LUCARONI Carlo 3 anni
ZACCARIA Emiliano 3 anni
CENNI Angelo 3 anni
LEDOTI Fabrizio 3 anni
STRANIERI Pietro 3 anni
COMPAGNONE Vincenzo 3 anni
NUCERA Massimo
Panzieri Maurizio ispettore capo VII nucleo I reparto mobile
Troiani Pietro vice questore aggiunto 3 anni
Burgio Michele assistente polizia di stato 2 anni 6 mesi
Gava Salvatore Commissario capo della Polizia di Stato
Fabbrocini Alfredo Commissario della Polizia di Stato
Ogni promessa e’ un debito, ed eccomi a saldare: andando in treno, mi sono letto le motivazioni della sentenza Diaz, quasi tutta, e con Mau ed Enzino abbiamo fatto una (due) puntata del podcast. Per ora ecco la prima parte da Siee Giuee Accaso:
In questa puntata Edo s’è letto gran parte delle motivazioni della sentenza per i fatti della Diaz, di cui ci siamo occupati nelle scorse puntate (qui e qui) e tenta di farne un riassunto. In questa puntata ci occuperemo della ricostruzione dei fatti.
Deve dunque riconoscersi che la perquisizione venne disposta in presenza dei presupposti di legge. Ciò che invece avvenne non solo al di fuori di ogni regola e di ogni previsione normativa ma anche di ogni principio di umanità e di rispetto delle persone è quanto accadde all’interno della Diaz Pertini. Ed invero, anche qualora le forze dell’ordine fossero state fondatamente certe che all’interno dell’istituto si trovassero esclusivamente appartenenti al black block o comunque pericolosi terroristi, non sarebbero state per nulla autorizzate, neanche in tale ipotesi, a porre in essere le violenze descritte dalle vittime e a picchiare indiscriminatamente tutti coloro che vi si trovavano, qualora questi non avessero posto in essere atti violenti nei loro confronti.
[...] Quanto avvenuto in tutti i piani dell’edificio scolastico con numerosi feriti, di cui diversi anche gravi, tale da indurre lo stesso imputato Fournier a paragonare la situazione ad una “macelleria messicana???, appare di notevole gravità sia sotto il profilo umano sia sotto quello legale. In uno stato di diritto non è invero accettabile che proprio coloro che dovrebbero essere i tutori dell’ordine e della legalità pongano in essere azioni lesive di tale entità, anche se in situazioni di particolare stress.
In questa puntata trasmettiamo la seconda parte della conversazione con il nostro archeologo medievista preferito che ci accompagna per la Firenze medievale, prendendo spunto dalla novella nona della sesta giornata del Decamerone di Boccaccio.
Musica e materiali di supporto:
l’anonimo Elysium dalla compilation On Classical da www.jamendo.com
Le foto di Edo accanto alle colonne del porfido rosso a lato della porta del paradiso del battistero di S. Giovanni e di una delle arche che si trova all’interno del battistero.
Guido Cavalcanti dice con un motto onestamente villania a certi cavalier fiorentini li quali soprappresso l’aveano.
Avremo ospite in studio un esimio archeologo medievista esperto di Firenze, Emiliano Scampoli. Grazie alla sapiente guida di Emiliano potremo conoscere, in questa e nella prossima puntata del podcast, come si presentava Firenze all’epoca di Boccaccio.
I files in ogg/vorbis (14 Mb) e in mp3 (26 Mb)
(24 Gen - ore 19:00, update ora si può: i link son stati corretti).
Nel disegno troviamo rappresentata piazza S. Giovanni con il Battistero, Santa Reparata, le arche e le colonne del porfido, ovvero come doveva apparire nel tredicesimo secolo.