Parità

Oggi vado a votare, mi consegnano le schede elettorali, la matita, vada nella 1.

Fucsia e azzurra, sono aperte in tutta la loro bellezza, le guardo per capire prima di farmi prendere dalla foga democratica, vedo simboli e linee: si può esprimere la preferenza (lo sapevo)! Conto le linee e penso che forse si può esprimere più di una preferenza.

Esco dal gabbiotto, vado dal presidente, “per le comunali posso esprimere più di una preferenza?” “Si, per le comunali fino a 2, ma deve rispettare la parità di genere: devono essere un uomo e una donna.”

Come? Voto per il comune di Vaglia, conosco 2 candidati (maschi) e non li posso votare? Io devo rispettare la parità di genere? Io? Che senso ha? Se proprio proprio, non dovrebbero essere le liste quelle in cui si rispetta la parità di genere? E nemmeno in tutti i candidati, a mio modo di vedere, magari solo i posti in cima, quelli i cui si passa anche senza che sia stata espressa la preferenza.

Comunque, torno nel gabbiotto e poi penso, come si chiamava quella? Il nome lo so, ma il cognome… riesco, “scusi presidente posso controllare sui tabelloni dei candidati?” … “Si, visto che non c’è nessuno, ma lasci qui il lapis!” (qui significa 3 metri più indietro del cartellone, nella stessa stanza.) Torno nel gabbiotto, nervoso scrivo i nomi che rimangono per poco nella mia memoria a brevissimo termine.

O vediamo.